La Voce di New York Marco Pontoni 29 Mar 2015
Come si colloca Erri De Luca nell’ambito della narrativa italiana contemporanea? Il suo pregio indubitabile, rispetto a tanta prosa leggera ed evanescente messa in circolazione dagli editori, la sua è una scrittura che osa e che aggredisce i grandi temi
Bisognerebbe dire di come i libri impattano sulla vita, bisognerebbe essere egocentrici e autoreferenziali nello scrivere delle scritture altrui. E così facendo, riportare l’esperienza della lettura alla sua dimensione più vera, quella di avventura solitaria (a cui semmai a volte ci si sottrae regalando un libro amato a una persona cara).
Io il mio incontro con Erri De Luca l’ho avuto oltre 20 anni fa. È stato un incontro notturno; il turno di notte lo fanno anche gli assistenti nelle comunità-alloggio, per parafrasare il titolo di una sua novella. Non riuscivo a dormire, avevo sempre un orecchio teso a cogliere i possibili rumori della casa, che ospitava persone con vari tormenti psichici. Nel mio girare in tondo insonne, nell’ufficio-camera da letto degli assistenti, trovai un libro lasciato lì da qualche collega. Lessi il racconto La città non rispose (è contenuto nella raccolta In alto a sinistra, del 1994). Scoprii in quel modo uno dei racconti italiani più belli che avessi mai letto. Un racconto di vita vissuta e al tempo stesso un racconto sulla letteratura, su come la letteratura si innesta nella vita. Un muratore napoletano (De Luca, ovviamente) va tutte le mattine in cantiere, portandosi dietro il Viaggio al termine della notte di Céline. Legge e lavora, nel cuore aperto della sua città, dalla quale era rimasto a lungo lontano. La sera si abbatte sulla sua donna con tutta la stanchezza dell’operaio, pesante “come un tronco”. Alla fine il libro gli si disfa fra le mani, come la storia d’amore. Termina l’ultima pagina e scende dalla metro. Si aspetta di sentire nelle orecchie il fischio del rimorchiatore che risale la Senna, l’ultima immagine che Céline regala al lettore del suo epocale romanzo, l’opera definitiva sul XX secolo.
Lessi e rilessi quel racconto tutte le volte che mi capitò di fare il notturno in comunità. All’epoca avevo già letto Céline e quindi potevo apprezzarlo pienamente. Più avanti, Erri De Luca mi ha riservato anche delle delusioni. La sua scrittura a volte mi è sembrata kitsch, il suo Tre cavalli un fumettone, con tutti gli ingredienti per soddisfare un certo tipo di pubblico: l’ex-rivoluzionario, l’Argentina della dittatura, la guerra delle Falkland, la donna perduta che cerca un riscatto, l’immigrato “giusto” che fa fuori il pappone malvagio… Ma non ho mai dimenticato le notti in comunità in compagnia del suo La città non rispose (a cosa? Al fischio del rimorchiatore, ovviamente) (...)